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GIT Sicilia Sud Est

Gruppo di Iniziativa Territoriale di Banca Etica

Banca Etica: il primato al valore sociale ed economico

Luigi Latina, io e Gabriele Vaccaro abbiamo presentato nel comune di Palazzolo in provincia di Siracusa cosa è Banca Etica nell’aula consiliare del comune presente il sindaco e alcuni assessori

Niente utili agli azionisti e massimizzazione del profitto, il capitale investito si ripaga sotto forma di azioni per il bene comune

 

In un momento in cui ci si trova circondati da una finanza perversa impostaci da personaggi disumani, che muovono banche speculatrici, si vorrebbe scorgere un’uscita per una nuova finanza. Ebbene, per tante persone e imprese, il cui numero aumenta ogni giorno, la soluzione c’è.

È quella di Banca Etica. Ma cos’è Banca Etica? Possiamo subito affermare che è una banca particolare, perché nasce dall’impegno di migliaia di cittadini e organizzazioni, che 15 anni fa iniziarono a interrogarsi e continuano ancora oggi, fra mille difficoltà, di cui tante felicemente superate, sulla necessità di utilizzare il denaro in modo responsabile.

Le prime esperienze in questo settore furono le cooperative Mag (Mutue per l’Autogestione) e il loro obiettivo era (ed è tuttora) duplice: creare un sistema di raccolta e impiego del risparmio tra soci privilegiando chi si trova in situazioni di difficoltà e proporre progetti con finalità sociale. Negli anni ’90, le Mag contattarono istituzioni del mondo della cooperazione sociale, del volontariato e dell’associazionismo. Così dalla volontà di collaborazione di tante associazioni (citiamo le più conosciute: Acli, Arci, Coop. Altro mercato, botteghe commercio equo e solidale, Mani tese, Gruppo Abele, Agesci) nacque quest’avvio.

Era la collaborazione fra persone con tanti percorsi e identità: cooperatori, pacifisti, ecologisti…

È oramai riconosciuto, che in questi ultimi anni, il Terzo Settore, anche nella nostra provincia, si è sempre più affermato come movimento di organizzazioni, che producono valore, anche economico, a partire da un forte pensiero politico e sociale. È così che migliaia di persone e organizzazioni sono diventate socie e si sono attivate dal basso per diffondere il progetto.

Racconta Giovanna, una socia delle Marche: “Mi sono avvicinata a Banca Etica, dopo un rapporto negativo con altre banche, e ho chiesto un piccolo prestito, non avevo tante garanzie e il mio lavoro era precario, ma mi è stata esaminata la finalità e accettata la mia richiesta. Parlando con loro mi si è aperto tutto un altro mondo e mi sono fatta socia con vero entusiasmo sapendo che, comprando azioni, avrei aiutato Banca Etica in progetti finanziari specie al sud dove c’è più bisogno”.

Infatti, la Banca investe parecchio al sud anche se la maggioranza dei soci è al nord. E di questa solidarietà i soci del nord si vantano.

Oggi la banca conta più di 36.000 soci tra Italia e Spagna dove l’idea di Banca Etica ha preso piede da tempo con soci coordinati in 21 gruppi, dai Paesi Baschi alle Baleari, dall’Andalusia alla Catalogna, alla Galizia. Esiste una succursale a Bilbao nella regione basca dove si parlano tre lingue, ma per quei soci è solo una la lingua della finanza. Essere socio significa condividere i valori e le finalità e avere l’opportunità di prendere parte attiva alla vita della Banca.

I soci hanno il diritto di intervenire, attraverso l’Organizzazione Territoriale dei Soci, al governo della Banca e alle sue decisioni, contribuendo alla definizione delle scelte strategiche, proponendo candidature per gli organi di governo, condividendone progetti. La Banca afferma che l’obiettivo primario della sua attività imprenditoriale è la creazione di valore sociale ed economico e non la massimizzazione del profitto. Coerente con questo principio, si sceglie di non ridistribuire utili agli azionisti, ma di rivalutare le azioni per garantire ai soci il mantenimento nel tempo del valore investito.

Banca Etica distribuisce un utile che è sociale e ambientale, ripagando il capitale investito sotto forma di bene comune, di vantaggi apportati alla comunità e al territorio, di maggior solidità del progetto di Finanza Etica. Dal socio, che partecipa alle scelte di governo della banca e alimenta il dibattito culturale sulla Finanza Etica, si trae il “vantaggio competitivo”, cioè quella passione nella partecipazione di un grande progetto socio-culturale.

L’organizzazione territoriale dei soci è il GIT. In Sicilia ne esistono due (Sicilia Occidentale e Orientale), hanno la funzione di diffondere la cultura della Finanza Etica, di cogliere le richieste, le esigenze e gli stimoli provenienti dal territorio e di garantire l’informazione sull’attività della Banca. In Banca Etica l’interesse più alto rimane quello di tutti. È questo il principio di una originale banca popolare, con un azionariato diffuso e attivo, e cooperativa, come valore e come scelta organizzativa, che fa proprio il concetto di cittadinanza attiva e responsabile. Il modello di società che si coltiva è fondato su valori che vogliono favorire una produzione e distribuzione della ricchezza che tenga conto dei bisogni sia dei singoli che della comunità. Da ciò scaturisce un pensiero sociale fondato: sul primato della persona nell’economia; sulla pari dignità e opportunità; sull’equità e la sobrietà nella produzione e distribuzione della ricchezza e utilizzo delle risorse; sull’ascolto e sostegno delle comunità per dare risposte ai bisogni individuali e collettivi; sui principi di reciprocità, interdipendenza, corresponsabilità con attenzione alle nuove povertà e marginalità; sulla cultura della legalità; sul rispetto e valorizzazione di tutte le diversità.

Banca Etica, conoscendo le distorsioni di questo sistema finanziario, ha l’obiettivo di trasferire la ricchezza da chi risparmia a chi ne ha bisogno. Essa crede fermamente che l’economia e la finanza debbono essere a servizio della società e non viceversa. È per questo motivo che sostiene tutte le azioni culturali, politiche e di mobilitazione pubblica, che propongono interventi correttivi alle distorsioni del sistema finanziario.

Alcune azioni che persegue sono: contrastare la finanza speculativa anche attraverso la tassazione sulle transazioni finanziarie; migliorare la trasparenza in ogni ambito finanziario a partire dall’eliminazione dei paradisi fiscali; attuare la separazione tra le banche commerciali al servizio dell’economia reale e le attività meramente speculative; introdurre una normativa specifica per la Finanza Etica.

In tale ottica diverse forme nuove di finanza etica e solidale vengono perseguite. Inoltre con vari progetti di animazione socio-culturale si tende ad effettuare un’educazione diversa riferendosi ai principi di economia civile, che inseriscono criteri sociali, solidali e ambientali, superando la dicotomia  “profit/non profit” per il “beneficio sociale della comunità locale”.

È chiaro che la Banca non può finanziare quelle attività economiche, che ostacolano lo sviluppo umano, come: produzione e commercializzazione di armi; attività con impatto negativo sull’ambiente, utilizzo e sviluppo di fonti energetiche e di tecnologie rischiose per l’uomo e l’ambiente, sfruttamento del lavoro minorile, violazione dei diritti della persona, non rispetto delle garanzie contrattuali, esclusione/emarginazione delle minoranze, il rapporto diretto con regimi che notoriamente non rispettino i diritti umani e/o che siano gravemente responsabili della distruzione dell’ambiente.

La valutazione dei finanziamenti è basata su un’indispensabile conoscenza del cliente, della sua progettualità e delle sue specifiche richieste. La determinazione dell’impatto socio-ambientale dei finanziamenti concessi viene effettuata tramite un’istruttoria socio-ambientale svolta dai valutatori sociali, soci volontari dell’organizzazione territoriale dei soci iscritti ad un apposito albo, che rendono possibile la valutazione del merito creditizio della clientela anche alla luce di indicatori non economici, di comunità e di relazione.

Tenendo presente che il denaro, come strumento di potere, può essere fonte di conflitti, sopraffazioni e violenze, si mira a far sì che la sua funzione sia di strumento per una promozione umana con la costruzione e il rafforzamento di reti economiche, sociali e di partecipazione.

Allora esiste un’altra via per la finanza, che crea un nuovo tipo di economia? Ma in quanti (imprese e cittadini) vogliono aprirsi a ciò? Tanti credono che dal basso, dalla costruzione di reti socioeconomiche si potrà uscire da questo sistema sciagurato ed allora c’è il coraggio di proiettarsi in questo nuovo modo d’agire?  

L’impatto sociale di 15 anni di Banca Etica

  • 23.804 finanziamenti a famiglie e imprese per un totale di 1,8 miliardi di € di finanziamenti deliberati
  • il 70% dei finanziamenti deliberati sono andati ad enti non profit (contro l’1% della media del sistema bancario italiano)
  • i tassi di interesse praticati da Banca Etica sui prestiti alla clientela (famiglie, enti non profit, imprese sociali) sono mediamente più bassi rispetto al resto del sistema bancario
  • Banca Etica ha registrato una costante crescita di fiducia da parte dei risparmiatori: nel 2013 la raccolta diretta è cresciuta dell’11% mentre per le altre banche si è registrata una contrazione complessiva del -1,9%

·        Nonostante ciò la Banca registra un tasso di sofferenze nettamente inferiore rispetto alla media del sistema bancario. A fine 2013 le sofferenze erano per Banca Etica il 2,02% contro il 7,7% della media del sistema bancario.

Le organizzazioni e le imprese che hanno ricevuto un finanziamento da Banca Etica nel 2014 hanno ricevuto un questionario, dal quale è emerso che:

·        per l’82% il finanziamento ottenuto da Banca Etica è stato “condizione necessaria” per svolgere l’attività.

  • il 63% dei soggetti finanziati ritiene che la collaborazione con Banca Etica abbia aumentato le proprie possibilità di fare rete come sistema capace di rafforzare e amplificare l’azione delle tante piccole eccellenze italiane nel campo dell’economia civile.
  • il 62% afferma che la collaborazione con Banca Etica ha permesso di valorizzare le capacità dei propri collaboratori.
  • per il 52% rivolgersi a Banca Etica ha permesso di creare nuovi posti di lavoro.
  • per il 51% il finanziamento di Banca Etica ha permesso di aumentare il reddito.
  • il 47% dei clienti ha ottenuto il finanziamento da Banca Etica dopo che una o più banche avevano rifiutato di concederlo.
  • il 44% dei clienti finanziati ritiene di aver conseguito un risparmio economico rivolgendosi a Banca Etica.
  • i finanziamenti concessi da Banca Etica per l’installazione di impianti per le energie da fonti rinnovabili hanno permesso di evitare, ogni anno, l’emissione di oltre 25mila tonnellate di CO2, con un risparmio per la collettività quantificabile in 410mila € l’anno.

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