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GIT Sicilia Sud Est

Gruppo di Iniziativa Territoriale di Banca Etica

A Palazzolo si sperimenta lo Šcec, una moneta (quasi) complementare

Il cambio con l’euro (che rimane) è di 1:1, non è convertibile e crea risparmio e solidarietà Sebastiano Alì: “Arriveremo a coinvolgere centinaia di attività”

 

Una particolare iniziativa sta nascendo a Palazzolo: un gruppo di persone ha deciso di iniziare a usare un tipo di Moneta Complementare.

Per definizione questo tipo di monete (nel mondo ne girano 5.000) si affiancano alle Monete a corso ufficiale come l’euro, permettendo di pagare in parte merci/servizi, affinché aumenti il potere d’acquisto del cittadino. Non sono convertibili in euro, ma diversamente dall’euro non creano debito. Se per l’euro l’accettazione è imposta dalla legge, in una moneta complementare è volontaria e fiduciaria.

A Palazzolo si sta adottando lo Šcec (Solidarietà ChECammina). Dal punto di vista normativo è da considerarsi come buono sconto, pertanto non fa parte della massa imponibile. Lo Šcec si attiva solo in presenza dell’euro, quindi non può essere utilizzato al 100%, tranne fra scambi privati.

Ma cosa dice la legge a riguardo? Dalla Costituzione in poi scopriamo che davanti a un’emergenza sociale i sindaci possono provvedere con ordinanze urgenti ad affiancare all’euro una moneta complementare per prevenire problemi di crisi monetaria che porta al venir meno della sicurezza pubblica, eventuali gesti estremi e violenti che coinvolgerebbero la comunità (suicidi, reati violenti su patrimoni pubblici e privati, etc.), incremento del crimine specie se la crisi persiste.

Molti studiosi di economia monetaria dichiarano: “La moneta per convenzione internazionale ha la qualità di simbolo con cui si misura il valore dei beni materiali, ma nello stesso tempo è uno strumento, come può esserlo un metro, con cui si dà valore alla stessa misura. Il valore è dato dalla quantità di altri beni che si può ottenere in cambio della moneta e viceversa.

Ma la moneta non acquisisce la funzione di valore contestualmente all’emissione; tale qualità, invece, le viene attribuita dal possessore nel momento in cui la mette in circolazione creando, così, un valore indotto effetto di una pura convenzione che trasforma uno strumento materiale (la carta moneta) in un atto giuridico concreto, definibile, appunto, valore indotto, cioè potere d’acquisto. L’induzione giuridica, che genera il potere d’acquisto mediante convenzione, è figlia di un atto proprio dell’uomo: il diritto, che costituisce l’attività spirituale, tipicamente umana, con cui il valore s’incorpora nella moneta e ne giustifica il diritto di proprietà da parte del popolo”.

È l’associazione arcipelago Šcec che organizza lo Šcec in tutto il Paese dichiarando: la moneta è un mezzo, il fine siamo noi.

Ma come funziona lo Šcec?La grande distribuzione (alimentare e non) è salita costantemente a discapito del commercio tradizionale. Attualmente la percentuale di prodotti provenienti da marchi multinazionali sfiora il 95%. Ciò significa una cosa certa: solo il 5% di quanto spendiamo per le necessità familiari viene reinvestito nei territori in cui viviamo.

Noi potremmo anche produrre il doppio, consumare il doppio, soddisfare così l’esigenza di crescita costante del Prodotto Interno Lordo, ma avremmo come risultato di far arricchire ancor di più la speculazione e impoverire ulteriormente i nostri territori.

Al contrario il gruppo nascente di Palazzolo Resiliente vuole porre al centro del proprio progetto quella qualità, ormai dimenticata, chiamata buon senso; quel grano salis a disposizione di tutti e utilizzabile fin da subito. Ciò significa riportare gli investimenti all’economia reale e consumare di più ciò che noi stessi produciamo.

Lo Šcec interviene virtuosamente per ottenere questo. Essendo l’utilizzo degli Šcec una percentuale sulla spesa effettuata in euro, il loro utilizzo indirizza gli acquisti verso quei produttori/commercianti/artigiani/liberi professionisti che reinvestono i guadagni sul proprio territorio e che scambiano le loro merci/servizi ed eccedenze/eccellenze con altri che partecipano al circuito oltre il territorio locale.

Utilizzare gli Šcec è affermazione della propria sovranità: singola e di gruppo, economica e sociale. È riappropriarsi dell’orgoglio del fare e del contare su ciò che si sa fare. È amore per il proprio territorio e per la propria gente: ci si apre all’amore reciproco, fieri di scambiarselo.

Per motivi di praticità il cambio è di 1:1 con l’euro (quindi uno Šcec equivale ad un Euro) anch’essi non sono convertibili e passano di mano in mano, da qui la Solidarietà ChECammina.

Al momento dell’iscrizione l’accettatore (produttore, commerciante, artigiano, professionista, impresa) indica liberamente la percentuale di accettazione dei buoni, valore che si aggira solitamente tra il 5 e il 30% del prezzo del prodotto/servizio. È una percentuale che lui potrà variare in qualsiasi momento solo con una semplice comunicazione.

Ogni associato, sia il semplice fruitore che accettatore, riceve, all’atto dell’iscrizione, 100 Šcec. Gli Šcec si contano e si scambiano anche elettronicamente attraverso il ContoŠcec.

L’associazione Arcipelago ŠCEC è un’associazione apartitica e volontaristica dove tutto è libero e gratuito, si chiede ai soci solo un piccolo contributo per le spese di gestione (stampa degli Šcec, materiale di propaganda).

Alla fine dell’incontro che, sabato 17 nella sala verde del comune, il gruppo di Palazzolo ha organizzato per dare il via ufficiale sia a Palazzolo Resiliente che allo Šcec, incontriamo Sebastiano Alì, capofila del gruppo: “Siamo giunti alla fine di un incontro entusiasmante, devo confessare che tutto sta andando oltre ogni aspettativa. Questa sera c’è stato un parlare sanguigno di alcuni, la voglia di riscatto in tanti s’è vista nella sala piena”.

Perché?

“La gente di Palazzolo vuole riprendersi la propria storia, siamo stanchi di cose calate dall’alto; grande interesse ha espresso con il suo intervento l’assessore comunale delegato dal sindaco a far sentire viva la sua presenza. Ho parlato giorni fa col sindaco che si è dichiarato più che disponibile a questa forma di moneta che risollevi l’economia locale”.

Allora un buon punto di partenza

“No, questo incontro è stato un primo punto d’arrivo in cui abbiamo chiarito meglio cos’è lo Šcec e abbiamo distribuito la moneta a 13 soci accettatori già iscritti fra commercianti, artigiani, professionisti, ma altri si sono presentati, per questo sono convinto conoscendo Palazzolo che arriveremo a fare iscrivere allo Šcec qualche centinaio di attività.”

C’è tanto impegno.

“Stiamo girando tutta Palazzolo ogni giorno, il nostro motto è Fare, fare, fare.

Abbiamo tanti progetti in cantiere: vogliamo allargare il Gruppo GAS con l’acquisto di energia, pannelli solari, etc. e su queste idee chiederemo la collaborazione di Banca Etica. Poi stiamo monitorando alcune zone per fare delle proposte sugli orti urbani e collettivi. C’è il progetto di portare a Palazzolo il modello della valle accogliente e trasformarlo in montagna accogliente, un progetto di accoglienza a 360°. Inoltre, stiamo pensando all’apertura di un punto vendita di Altro Mercato con all’interno un punto Šcec dove poter impegnare le donne del gruppo che smaniano di partecipare attivamente in certi progetti, c’è l’iniziativa del baratto, riuso, riutilizzo comune di beni e anche qui lo Šcec sarà utilissimo, perché potrà essere utilizzato al 100%”.

Un carnet abbastanza pieno.

“Sì, non siamo quelli del fare? Di fatti aspettiamo altre proposte dalla cittadinanza e cerchiamo persone che si facciano carico di venire insieme con noi per far decollare i progetti nell’interesse comune. Alcune di queste iniziative sono già partite da qualche tempo e stanno dando degli ottimi risultati, perché prima della partenza dello Šcec c’è stato il progetto cui Paolo Orecchia si è speso tanto: è quello dell’accoglienza e integrazione dei migranti presenti all’oasi don Bosco intrapreso insieme alla costituitasi consulta giovanile che ci segue piena d’entusiasmo e la costituenda Arci”.

È veramente un’esplosione del Fare.

“Sì, chiediamo a tutti, dal semplice cittadino al sindaco, di non tirarsi indietro dinanzi alle loro specifiche responsabilità. Tutti dobbiamo fare la nostra parte, non solo le autorità. Noi non facciamo che stimolare, sollecitare, spingere col nostro fare. A tal fine vorrei citare una frase di un filosofo messa nel sito di arcipelago Šcec: non cambierai mai le cose combattendo la realtà esistente. Costruisci un modello nuovo che renda quello attuale obsoleto. A questo noi di Palazzolo crediamo”.

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